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venerdì 12 ottobre 2012

Ospedale SANT'EUGENIO di Roma

Sveglia alle sei, prepararsi di corsa e uscire alle sei e quaranta, prendere la via Cristiforo Colombo che è ancora buio e piove e tuona.  File chilometriche ai semafori, venti minuti per superarne uno, venti minuti ciascuno anche per gli altri due. Arrivre al SANT'EUGENIO
 e lasciare lì tuo figlio per un piccolo intervento che, ci dicono, gli faranno alle 12,30.
 Ma io non posso stare con lui poichè
 è maggiorenne quindi scendo al piano terra e mi fermo a pensare. Intanto ha smesso di piovere ma è brutto tempo. Fa anche caldo. Io sono terribilmente assonnata e stanca. Mi faccio due conti e poi decido di tornare a casa a rilassarmi un pò, aspettando le 12,30 per poi tornare. Tornando verso casa mi immetto nella peggiore strada che potessi scegliere, c'è un traffico incredibile. Sono stanca, quasi quasi m'addormento sul volante. Sono talmente stanca che mi dico TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA, PRIMA O POI CI ARRIVERO', A CASA. Infatti più poi che prima arrivo al GRA per prendere la ROMA-FIUMICINO. Molto più avanti mi appare la scritta OSTIA ANTICA, così mi ricordo della VIA DEL MARE e scelgo di lasciare il raccordo per immettermi in quella via per fare prima. Ma prima di arrivare sulla via del mare ci sono un paio di pseudo-incroci e dei cartelli che A ZIG-ZAG ti segnalano dove devi andare per entrare sulla via del mare: devi appunto fare zig-zag: ma conosco a memoria la strada, non posso sbagliarmi, nonostante la stanchezza e 'sto tempo che mi abbatte.
Mi immetto sulla via del mare anche se mi sembra ci sia troppo traffico: di solito a quest'ora il traffico qui c'è per andare verso Roma, non verso casa. Allora cerco un segnale che mi aiuti ad orientarmi e mi viene da piangere: sto tornando verso Roma.
Ma siccome io sono ormai superiore a certe cose, ossia non mi faccio prendere più da eventi esterni mi ripeto che TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA...ma anche dalla parte opposta.
Aspetto d'incontrare prima o poi un posticino dove poter fare inversione ma lo trovo solo quando sono arrivata...a Roma.
Ok, che problema c'è? Si torna indietro, si prende la via del mare per dritto e si torna a casa.
Finalmente mi butto sul letto, ho mal di testa, lo stress non fa per me. Cerco di rilassarmi e vorrei dormire, ma mi accorgo che non c'è tempo: è già troppo tardi.
Allora mi faccio una doccia fredda per svegliarmi, mi preparo, mangio qualcosa al volo e torno verso Roma. Adesso fila tutto, non trovo intoppi nè traffico nè pioggia. Solo che la stancezza mi sta davvero sconquassando. Mio figlio mi chiama e mi dice che non lo hanno ancora chiamato ( sono le 13,00) , dice che ha dormito per tutto il tempo e che ha una fame da lupi, io gli dico che ormai è quasi fatta, deve avere ancora un pò di pazienza. Arrivo al S. Eugenio, trovo addirittura il posto proprio davanti al cancello principale che non mi sembra vero. Scendo, chiudo la macchina e vado verso la sala operatoria. Ma quando sono proprio quasi arrivata mio figlio mi chiama e mi dice che non lo operano più: siccome non ci sono rientrati coi tempi delle operazioni e lui era l'ultimo, hanno chiuso la sala operatoria. Volevo ucciderli tutti. Volevo svenire. Volevo chiamare Striscia la Notizia. A lui lo hanno fatto morire di fame, a me di stanchezza, e alla fine ti accorgi come le cose cambiano: una volta si diceva L'ULTIMO CHIUDA LA PORTA. Noi eravamo gli ultimi ma l'abbiamo trovata già chiusa.